Oscuri apparati
Una associazione di categoria degli Archeologi, in un recente commento alla circolare 22/2017 della Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del MiBACT (riguardante le funzioni dei coordinatori d’area delle Soprintendenze “olistiche”), obietta che, nell’emanazione di un regolamento interno al Ministero, la circolare risponda “esclusivamente alle oscure logiche autoreferenziali dell’apparato burocratico del MiBACT”.
Avversi come siamo sia a sostegni che a critiche mosse senza conoscere la reale consistenza dei problemi, non possiamo che notare come la circolare si limiti a definire, con un attento riguardo alle possibili interferenze, i compiti di coordinamento (organizzativo, non tecnico) dei responsabili di area, giungendo a dettagliare i compiti, sino ad ora vaghi, di una figura introdotta nell’organizzazione del MiBACT attraverso la riforma Franceschini.
Stupisce come chi abbia difeso pubblicamente e in più occasioni proprio questa Riforma, ne critichi quella che è la diretta conseguenza, vale a dire il cumulo di responsabilità attribuite ai cosiddetti responsabili di area nelle SABAP.
Anche la ricordata nomina, in una SABAP, di un funzionario non archeologo ad un ruolo di coordinatore, trattandosi di pura delega di funzioni amministrative da parte del Dirigente è, seppure effettivamente opinabile da un punto di vista etico (e foriera di contenziosi), assolutamente legittima. Alla luce della nuova circolare, che pure prevede la possibilità, da parte del Dirigente, di organizzare diversamente le deleghe di cui è esclusivo titolare, anche noi ci auguriamo che la situazione, compatibilmente con i problemi di personale ed organizzativi causati dalla Riforma, possa essere al più presto sanata.